S.U.- SI DEVE RISPETTARE IL CRITERIO DELLA ROTAZIONE DEI CTU

Perde un anno di anzianità il giudice che concentra gli incarichi su due o tre consulenti d’ ufficio, senza rispettare il criterio della rotazione.

Con la sentenza n. 10157 del 18 maggio 2016 le Sezioni Unite della  Corte di Cassazione, hanno respinto il ricorso presentato da un giudice contro la sentenza del Consiglio superiore della magistratura che lo aveva punito per la violazione dell’obbligo di trasparenza nella trattazione degli affari.
L'accusa era che, la toga in questione sceglieva sempre gli stessi professionisti per affidare loro incarichi di consulenza tecnica d’ufficio (si pensi più del 50% degli incarichi erano stati assegnati a due soli professionisti) violando spacciatamente il limite del 10% fissato come tetto massimo di assegnazione degli incarichi dalle disposizioni attuative del Codice Civile, nonostante l'invito del Presidente del Tribunale a rispettare la rotazione.
Il giudice, si era difeso dall'accusa sostenendo che il limite del 10%,  doveva essere riferito ai mandati conferiti dall’ intero ufficio giudiziario.
Si è sollevato, allora, il dubbio se il limite del 10% indicato dal codice riguarda il singolo magistrato oppure l’ufficio giudiziario complessivamente inteso.
Con la sentenza 10157 la Suprema Corte ha deciso che tale limite riguarda l’Ufficio giudiziario complessivamente inteso (così come aveva interpretato la norma il giudice accusato, nella propria difesa, ma ciò però non è bastato ad eliminare l'illecito commesso, quale la mancata  distribuzione equa degli incarichi tra i consulenti)., e non quindi ogni singolo magistrato, ciò per 2 motivi:
1) perchè il singolo magistrato non è in grado di conoscere il dato statistico complessivo dei lavori, essendo esso semmai riservato al Presidente del Tribunale;
2) perchè nei tribunali di dimensioni medio-grandi la percentuale fissata sarebbe talmente alta, che ogni giudice potrebbe concentrare gli incarichi su un unico consulente senza mai raggiungerla.